CAPITOLO 8 IL RUOLO DEI MEDIA

8.1 Formulazione delle domande

La percezione del ruolo dei Media da parte dell’opinione pubblica italiana è stata affrontata da almeno tre diversi punti di vista:

  • Domande che indagano il grado di informazione sulla guerra degli intervistati. Queste domande offrono altresì uno spaccato dell’opinione pubblica sull’efficacia dei media nel raccontare e seguire le fasi del conflitto, sulla capillarità dell’informazione ovvero sull’interesse diffuso nella popolazione a seguire le stesse vicende.

  • Domande che sondano l’opinione degli intervistati sull’opportunità di pubblicare e diffondere immagini sensibili, come il massacro di Bucha. Queste domande indagano altresì il ruolo che i media dovrebbero avere e la condotta che dovrebbero tenere per l’opinione pubblica: agendo da filtro sulla realtà, ovvero trasmettendo con fedele trasparenza i fatti così come questi si presentano.

  • Domande che indagano l’opinione degli intervistati sul grado di indipendenza (o partigianeria) dei media, sul ruolo che hanno avuto e che continuano ad avere nella formazione dell’opinione pubblica e, infine, sulla qualità dell’informazione.

8.2 Principali risultati

  • La maggioranza assoluta degli intervistati tende a preferire giornali e telegiornali ai talk show di approfondimento come strumenti di informazione.

Nel sondaggio di Demos&Pi e Demetra dell’11-12 Aprile 2022, su una scala da 1 a 10 circa il tasso di gradimento degli strumenti di informazione, il 59% degli intervistati esprime una valutazione uguale o superiore a 6 per quanto riguarda la Televisione italiana, mentre solo il 39% ha lo stesso giudizio nei confronti del Talk Show di approfondimento. Questa tendenza è confermata dallo studio SWG del 27-29 Aprile 2022: il 66% degli intervistati ritengono molto o abbastanza affidabili i telegiornali (il 60% per i quotidiani cartacei), tale percentuale si riduce al 39% nei confronti dei talk show.

  • Maggioranze significative e prossime alla maggioranza assoluta degli intervistati ritengono che i media non siano indipendenti nel raccontare e descrivere il conflitto in corso.

Solo il 24% degli intervistati dal Termometro Politico del 19-21 Aprile 2022 credono che i media siano stati sinceri ed equilibrati. La restante parte ritiene, all’opposto, che i media abbiano adottato posizioni specifiche per fare più audience (il 13% sostiene che i media abbiano adottato posizioni troppo filo/russe, il 19% posizioni troppo filo/occidentali), la maggioranza degli intervistati però, quasi il 40%, crede che i media manipolino l’informazione pubblica seguendo ordini ricevuti dall’alto. L’informazione che qui rileva maggiormente è che, nel complesso, il 71% degli intervistati non crede che i media abbiano raccontato la verità sul conflitto in corso. A conferma di quanto emerso: sebbene soltanto il 23% degli intervistati da Demos&Pi e Demetra l’11-12 Aprile 2022 ritengano che le notizie e le immagini sui presunti crimini dell’esercito russo siano una montatura del governo ucraino, ben il 46% degli stessi ritengono però che la maggior parte dell’informazione sulla guerra dell’Ucraina, in Italia, sia distorta e pilotata. Infine, un’ultima domanda posta dal Termometro Politico (6-8 giugno 2023) sembra confermare quanto fin qui descritto in merito alle responsabilità di un atto di guerra: il 54% degli intervistati ritengono che le responsabilità per la distruzione della diga siano date prevalentemente alla Russia, circa la metà di questo campione ritiene altresì che così facendo i media italiani stiano sbagliando.

  • Maggioranze significative non ritengono nessuna delle informazioni fornite sulla guerra veritiera, ad eccezione fatta per quelle attinenti disastri umanitari, stragi e genocidi. Inoltre, l’opinione pubblica italiana si dichiara costantemente favorevole a un giornalismo senza filtri – compreso nei casi di massacri come quelli di Bucha – nonché a un’informazione indipendente e bipartisan.

Il disegno di un’opinione pubblica scettica, così come tracciato precedentemente è confermato dai sondaggi di SWG svolti tra il 27 e il 29 Aprile 2022. Emerge chiaramente infatti come l’opinione pubblica tenda a credere maggiormente ad eventi correlati a disastri umanitari, massacri o stragi, ma non al numero effettivo di civili coinvolti. Tra le 9 notizie indagate da SWG quelle concernenti i genocidi delle popolazioni sono le uniche, tra tutte quelle proposte, a raccogliere tra gli intervistati una percentuale maggioritaria tra coloro che ritengono credibili le informazioni date rispetto a coloro che non le ritengono credibili. Il 51% degli intervistati ritengono infatti molto o abbastanza credibili le informazioni sui genocidi, ma solo il 44% mantiene la medesima fiducia circa il numero dichiarato di vittime tra i civili, su questo tema si osserva infatti che la maggioranza relativa degli intervistati (il 46%) dichiarano di non credere ai numeri indicati o di crederci comunque poco. Cambiando completamente tema ed indagando l’opinione pubblica circa l’andamento dei negoziati solo il 30% dichiara di crederci, mentre ben il 61% degli intervistati non crede o crede poco alle informazioni date.

Gli intervistati, nei sondaggi IPSOS e SWG di Aprile 2022 (SWG 6-8 Aprile, IPSOS 5-7 e 12-14 Aprile), con percentuali prossime al 50%, si dichiarano favorevoli nel mostrare immagini cruente da parte dei media, gli intervistati contrari fanno registrate percentuali comprese tra il 30% e il 40% del campione. Ciò rafforzerebbe l’idea per la quale l’opinione pubblica italiana desidera un giornalismo senza filtri e trasparente, un’informazione a cui spetta mostrare tutto ciò che accade in un conflitto e che mantenga un comportamento bipartisan nei confronti degli opposti schieramenti.

Quest’ultima considerazione è confermata dalla serie continuata IPSOS sulla visibilità concessa nei confronti di rappresentanti ufficiali russi. L’indagine condotta tra Maggio e Giugno 2022 mostra come la maggioranza (inizialmente assoluta e successivamente relativa) degli intervistati, sebbene decrescente nel tempo, si dichiari molto o abbastanza d’accordo con l’opportunità di dare visibilità ad esponenti russi sui media nazionali. A rafforzarsi nel tempo, d’altronde, non è il polo di chi si dichiara poco o per niente d’accorso su tale opportunità – che al contrario resta pressocché costante nel tempo –, bensì il polo degli indecisi che dal 22% di Maggio passa al 28% di Giugno. Tendenzialmente l’opinione pubblica è quindi favorevole ad una partecipazione di esponenti russi sui media nazionali e, più in generale, sul dare spazio nelle televisioni e nei dibattiti a tutte le opinioni coinvolte. Infatti, per il 69% degli intervistati IPSOS del 5 Aprile 2022 è giusto ospitare sui media nazionali entrambi gli schieramenti, questa convinzione non si attenua significativamente neanche nei confronti di membri di spicco dell’entourage putiniana: per il 63% degli intervistati dal Termometro Politico a Maggio è stato giusto ospitare sulla Tv italiana il ministro degli Esteri russo Lavrov.

  • Maggioranze relative, solide e crescenti nel tempo segnalano un’eccessiva polarizzazione del dibattito pubblico e lo ritengono troppo sbilanciato a favore dell’Ucraina e di Zelensky.

La serie Ipsos, da Marzo 2022 a Luglio 2022, indaga l’opinione pubblica sul ruolo che l’informazione italiana ha mantenuto nel corso del conflitto. Ciò che emerge chiaramente dall’analisi dei dati è che nel tempo si rafforzi, seppur di poco, il già maggioritario polo di chi ritiene che l’informazione italiana sia troppo sbilanciata in favore del fronte ucraino. A Marzo il 37% degli intervistati denuncia un’informazione eccessivamente in favore di Zelensky, il 30% ritiene invece di essere sottoposto a un’informazione neutrale ed oggettiva, mentre solo il 6% ritiene che i media siano troppo sbilanciati a favore della Russia e di Putin. A distanza di 4 mesi il polo di chi sostiene che vi sia un’eccessiva esposizione a favore dell’Ucraina è formato dal 39% del campione (avendo altresì toccato punte del 42% degli intervistati nel corso dei mesi), chi crede di avere a che fare con un’informazione bipartisan si riduce al 26%, mentre l’ultimo fronte aumenta di un punto percentuale (nel corso dei mesi il massimo raggiunto da quest’ultimo schieramento è l’8% del campione).

Queste dinamiche si inscrivono in un contesto in cui la maggioranza degli intervistati nel corso del tempo si dichiara comunque molto o abbastanza informato – il 69% nel campione intervistato Demos&PI e Demetra ad Aprile 2022 – ovvero molto o in parte informato – il 72% nell’indagine IPSOS di marzo.

APPENDICE